Il danno da perdita di chance, consiste nella perdita della possibilità di conseguire un risultato utile ed è riconducibile a quelle tipologie di danno scaturenti o da un illecito contrattuale o extracontrattuale.
Per ottenere il riconoscimento del danno da perdita di chance, il danneggiato deve dimostrare un nesso diretto e causale tra il danno ingiustamente subito e la perdita delle possibilità economiche o patrimoniali che ne sono derivate.
Si può quindi affermare, che il danneggiato, dovrà dimostrare di aver avuto, prima del danno subito, tutti i requisiti validi a conseguire delle entrate, che a causa dello sfortunato evento gli sono ora precluse.
Vien da sé che Il danno da perdita di chance può essere risarcito a colui che ha subito l’evento dannoso, nel caso in cui riesca a dimostrare che aveva una legittima aspettativa di conseguire quei vantaggi che a causa del danno non potrà più conseguire.
È altresì necessario, quindi, che la ragionevole probabilità di perdita di chance sia effettiva ed obiettiva.
Possiamo dire che nel risarcimento del danno da perdita di chance, l’onere della prova è a carico del danneggiato, il quale deve riuscire a dimostrare in primo luogo la sussistenza di un nesso causale tra il fatto lesivo subito e la perdita dell’opportunità favorevole (chance), attraverso l’utilizzazione del principio del “più probabile che non”.
Un’ultima osservazione la dedichiamo alla sentenza n. 14344 del 5 maggio 2022 in cui la Suprema Corte di Cassazione ha statuito che: “il risarcimento del danno connesso alla perdita di chance è esente da tasse non avendo natura reddituale ma sostanziandosi, piuttosto, nel ristoro del danno emergente dalla perdita di una possibilità attuale”.
Si può quindi affermare con certezza che il risarcimento del danno da perdita di chance non sia soggetto a tassazione alcuna.
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