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Data Aggiornamento: Novembre 2025

Come scegliere il giusto CCNL e prevenire contenziosi di lavoro?

Quando un’azienda svolge più attività: come scegliere il giusto CCNL e prevenire contenziosi di lavoro?

In Italia sempre più imprese operano in settori diversi tra loro: una società che gestisce servizi ambientali e idrici, un’impresa che unisce produzione e logistica, un gruppo che affianca attività industriali e manutentive.
Questa diversificazione è una naturale evoluzione del mercato, ma comporta un problema spesso sottovalutato: quale contratto collettivo nazionale (CCNL) applicare ai lavoratori che operano in rami aziendali differenti?

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, Sezione Lavoro (n. 3583/2025) ha chiarito in modo definitivo la questione, offrendo un importante orientamento per tutte le aziende multi-settore.

1. Un’azienda può applicare diversi CCNL?

La Suprema Corte ha affermato che il datore di lavoro che svolge attività economiche diverse e risulta iscritto a più associazioni datoriali stipulanti i rispettivi contratti collettivi deve applicare, per ciascun settore, il CCNL coerente con l’attività realmente svolta dai lavoratori.

In altre parole, non è più possibile utilizzare un contratto collettivo “generico” o “più conveniente” se non rispecchia le mansioni effettive.

Ogni settore produttivo deve avere il proprio riferimento contrattuale, e l’azienda deve mantenere coerenza tra l’attività esercitata, l’iscrizione all’associazione di categoria e il contratto collettivo applicato.

2. Cosa significa “svolgere più attività”?

“Svolgere più attività” vuol dire che la stessa impresa opera concretamente in più ambiti economici distinti, ciascuno con una propria logica di mercato e una diversa disciplina collettiva.
Esempi pratici:

  • gestione di servizi ambientali e parallelamente di reti idriche o impianti energetici;
  • produzione industriale affiancata da servizi di logistica e distribuzione;
  • azienda che unisce attività commerciali e attività tecniche di manutenzione.

In queste situazioni il datore di lavoro non può considerare la propria impresa come un blocco unico: deve distinguere i vari rami di attività e verificare quale CCNL sia effettivamente applicabile a ciascun gruppo di lavoratori.

3. L’iscrizione a più associazioni di categoria

Molte imprese aderiscono a più associazioni datoriali, ciascuna legata a un determinato settore produttivo.

Questa pluralità di iscrizioni comporta un effetto giuridico preciso: il datore di lavoro è vincolato ai contratti collettivi firmati da ciascuna delle associazioni a cui appartiene.

L’iscrizione, infatti, non è una scelta solo rappresentativa ma un vero atto di adesione contrattuale: significa accettare di applicare le regole, le tabelle retributive e le previsioni normative del CCNL corrispondente al settore.

La Cassazione ha chiarito che l’iscrizione plurima non consente libertà di scelta “a piacere” tra diversi contratti, ma impone di rispettare la coerenza tra il settore di appartenenza e il contratto effettivamente adottato.

4. L’obbligo di coerenza e i limiti della libertà contrattuale

Il principio cardine è che la scelta del CCNL deve essere coerente con l’attività effettiva e con gli obblighi derivanti dall’iscrizione associativa.

Se l’azienda applica un contratto non corrispondente al settore reale di impiego del lavoratore — ad esempio utilizzando un CCNL di un comparto diverso solo perché economicamente più vantaggioso — può incorrere in violazione del principio di proporzionalità e sufficienza della retribuzione previsto dall’art. 36 della Costituzione.

La Corte ha inoltre ricordato che eventuali pattuizioni individuali peggiorative (retribuzioni o livelli inferiori rispetto al CCNL corretto) non sono valide: il contratto collettivo coerente con l’attività prevale su accordi individuali meno favorevoli.

5. Le conseguenze pratiche per le imprese

Per le aziende multi-settore, la citata pronuncia impone un attento lavoro di ricognizione e riallineamento contrattuale.

Gli imprenditori devono verificare:

  1. quali sono le attività effettivamente svolte in ciascun reparto o ramo d’azienda;
  2. a quali associazioni datoriali risultano iscritti;
  3. quale CCNL risulta coerente con le mansioni esercitate dai lavoratori.

In caso contrario, potrebbero sorgere:

  • rivendicazioni economiche da parte dei dipendenti;
  • contenziosi giudiziali sull’applicazione del contratto errato;
  • rischi di ispezioni e sanzioni in materia di lavoro e contribuzione.

Un’errata applicazione del CCNL non è quindi solo un errore formale: può avere conseguenze economiche rilevanti e compromettere i rapporti con il personale e le organizzazioni sindacali.

6. L’approccio dello Studio Legale Salata

Lo Studio Legale Salata assiste da anni imprese italiane nella gestione strategica del diritto del lavoro, unendo competenza giuridica, visione organizzativa e controllo di gestione fiscale, assicurativo e previdenziale.

L’intervento dello studio può includere:

  • analisi preventiva della struttura aziendale e dei rami di attività;
  • verifica della corretta iscrizione associativa e del CCNL applicabile;
  • revisione dei contratti individuali e aziendali per garantire coerenza e tutela;
  • assistenza in caso di contestazioni sindacali o ispezioni del lavoro;
  • difesa legale nei giudizi relativi a inquadramenti, differenze retributive o cambio di contratto collettivo;
  • recupero di somme pagate in eccesso.

L’obiettivo è fornire certezza giuridica e protezione economica, prevenendo i conflitti prima che si traducano in cause.

7. FAQ: Codici ATECO, oggetto sociale e imprese multisettoriali

Cosa cambia con la nuova classificazione ATECO 2025?

Dal 1° aprile 2025 entra in vigore la nuova classificazione ATECO 2025, aggiornata da ISTAT.
Le imprese devono aggiornare i codici associati alla loro attività presso il Registro delle Imprese e l’Agenzia delle Entrate.

È possibile avere più codici ATECO per la stessa partita IVA?

Sì. L’Agenzia delle Entrate consente a un’impresa di indicare più codici ATECO nella dichiarazione di inizio attività, purché vi sia coerenza con l’oggetto sociale e le autorizzazioni.

Cosa dice il Notariato sull’oggetto sociale plurimo?

Il Consiglio Nazionale del Notariato e i principali studi notarili chiariscono che un’impresa può avere un oggetto sociale plurimo, cioè operare in più settori, purché le attività siano determinate e non indefinite.
Il notaio, in sede di costituzione o modifica, deve verificare che ogni attività sia lecita, possibile e coerente con il sistema dei codici ATECO dichiarati.
Fonti:

Perché è importante l’allineamento tra ATECO, oggetto sociale e CCNL?

Una discordanza tra codice ATECO, oggetto sociale e attività realmente svolta può generare problemi di natura:

  • fiscale (incongruenze con l’Anagrafe tributaria);
  • contributiva (errori nell’inquadramento INPS o INAIL);
  • giuslavoristica (applicazione di un CCNL “innaturale”).

Quali accorgimenti pratici può adottare un imprenditore multisettoriale?

  • Definire con precisione l’oggetto sociale in atto costitutivo e statuto.
  • Verificare che i codici ATECO coincidano con le attività realmente esercitate.
  • Aggiornare i CCNL applicati ai diversi reparti in base alla specifica attività.
  • Farsi assistere da professionisti esperti in diritto del lavoro e diritto societario per evitare sovrapposizioni o errori di qualificazione.

8. Perché la chiarezza contrattuale è un investimento?

Scegliere e applicare correttamente il CCNL non è un adempimento burocratico: è una scelta strategica. Un contratto collettivo coerente con il settore e le mansioni:

  • garantisce trasparenza e fiducia nei rapporti interni;
  • tutela l’impresa da rivendicazioni future;
  • valorizza la professionalità dei lavoratori;
  • migliora la reputazione e la solidità dell’azienda.

La Cassazione ha ricordato che la libertà d’impresa non può tradursi in discrezionalità arbitraria: la coerenza contrattuale è parte della buona gestione aziendale.

Lo Studio Legale Salata supporta gli imprenditori nel costruire un sistema di relazioni di lavoro chiaro, sicuro e sostenibile, fondato su norme certe e sull’equilibrio tra esigenze produttive e diritti dei lavoratori.

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